15 giugno 2007

Dall'inferno al paradiso...

A volte il calcio smette di essere un semplice giochino per 20 miliardari e milioni di spettatori, rialza la testa trascinata nel fango da affaristi che ormai bene o male si identificano sempre più pienamente col calcio stesso, e nonostante tutto ciò assume una dimensione più elevata, più drammatica nel senso letterale del termine. Si dimenticano per un attimo gli stipendi da nababbi, i giochini di potere, le magagne, tutto il marcio che ci è stato sbattuto in faccia appena un anno fa, e si dà ascolto soltanto alla passione, alle emozioni che in maniera così illogica e irrazionale questo fenomeno sociale (e non parlatemi "solo di sport") riesce sempre a procurarci.
Era capitato l'anno scorso, più o meno di questi tempi, con la cavalcata trionfale della nazionale azzurra in Germania, ora ricapita grazie ad un'altra maglia azzurra, più chiara, più bistrattata, calpestata, negli ultimi anni ridicolizzata e quasi caduta nell'oblio, ma sempre viva, presente e palpitante.
Che questo potesse essere l'anno buono lo si era capito, o cmq sperato, già ad agosto, quando quella maglia azzurra eliminò la Juventus (fresca di retrocessione a tavolino, ma pur sempre forte di campioni di caratura mondiale) dalla coppa Italia dopo una partita epica, degna erede delle sfide-scudetto tra Maradona e Platini.
Ma un campionato di B con avversarie quali Juventus, Genoa, Bologna, Brescia, Lecce, Piacenza non può certo essere una passeggiata. I bianconeri nonostante la penalizzazione (ridotta piu volte in realtà) erano troppo superiori e hanno fatto campionato a sé, e il regolamento ha fatto il resto, con questa cazzata dei play-off, riducendo il numero di posti per la promozione in A, di fatto, a uno solo, il secondo. A meno che, piccola clausola sulla carta molto poco verosimile, la terza accumulasse un vantaggio tale sulla quarta (ben 10 punti...) da meritarsi la promozione diretta.
Ed è qui che gli dei del pallone sono entrati in gioco, confezionando un finale di campionato da thriller: Napoli secondo a + 11 sul Piacenza quarto, Genoa terzo a + 10, scontro fratricida Genoa-Napoli all'ultima giornata.
Destino beffardo, giocarsi la promozione all'ultimo turno contro i cugini di sempre, nonostante un campionato dominato in lungo e in largo (Juve a parte, ovviamente) e che in una situazione "normale" ci avrebbe visti entrambi promossi con 4-5 giornate di anticipo.
Eppure il destino alla fine si è tolto la benda e ha deciso che forse, dopo i fallimenti giudiziari, dopo le valigette, dopo le trasferte a Gela, Albino, Pesaro, Manfredonia (e mi fermo qui perché la mia memoria ora vuole solo rimuoverle...), forse un po' di gioia ciucci e grifoni se la meritavano. E se la meritavano insieme.
Ha vestito i panni di Riccardo Allegretti, misconosciuto centrocampista della Triestina, gli ha fatto disegnare una punizione perfetta all'incrocio dei pali, e obbligando il Piacenza al pareggio ha fatto in modo che Genoa e Napoli potessero entrambe ottenere la promozione diretta senza passare dalla lotteria dei play-off.
Le due gemelle che salgono insieme a braccetto...
A volte le favole diventano realtà.
Bentornato ciuccio, bentornato grifone, la A ci è mancata, ma mai come quest'anno abbiamo fatto capire quanto anche noi siamo mancati alla A...

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

joga bonito.....sempre!
lasciamo a casa i soldi
per fare del calcio ci vuole un pallone e due porte
e basta
ah......e delle persone, magari 22, pronte e disposte a tutto solo per divertirsi
senza guadagni senza perdite
solo emozioni, dolci e amare,
e casomai un unico grido di esultanza
"goal!"

"Se da bambino mi fossi scritto una storia,
la storia più bella che mi potessi immaginare,
l'avrei scritta come effettivamente mi sta accadendo."
Paolo Maldini


Fulvio

3:28 PM  

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