14 dicembre 2006

Tool

Non sono mai stato un heavy-metallaro, ma coi Tool è diverso.
Anche perché definire i Tool un gruppo metal è come osservare un cubo di faccia e concluderne che è un quadrato.
I Tool sono molto più che un gruppo metal, anche se le radici e i suoni vengono da lì. Ma la complessità dei ritmi, i giochi di delay, l'elettronica sperimentale che pervade la loro musica, specie quella degli album più recenti, la eleva al rango, per me molto più nobile, di rock psichedelico, sulla scia dei primi Pink Floyd e di alcuni periodi dei King Crimson (che guarda caso hanno accompagnato i Tool in tournée un paio di anni fa).
Ieri li ho visti in concerto a Zurigo. Una prima parte piuttosto metal classico, una seconda parte più psichedelica, sottolineata da spettacolari effetti scenici e luminosi. Per buona parte del concerto non sono riuscito a farmi prendere... ero lì, seguivo più o meno, mi distraevo guardandomi in giro, qualche orda di sbarbatelli ubriachi e fumati cercava a botte di pogo di arrivare in prima fila (quanto li avrei picchiati....), insomma non ero NEL concerto.
Poi d'un tratto, complici alcuni pezzi dell'ultimo album, che è quello che conosco meglio, mi hanno ipnotizzato. La musica che ti entra dentro, non riesci a non muoverti al suo (complicatissimo) ritmo, le dai la mano e ti lasci guidare... ininterrottamente fino alla fine del concerto... (e giuro che non ho preso nessuna sostanza chimica :D)
Insomma... è difficile da spiegare come sensazione, ma un buon esempio lo da proprio il libretto del loro ultimo album, 10000 days; tutto il libretto è composto da immagini stereoscopiche: le guardi e ti sembrano immagini normali, ma se incroci le pupille (come gli strabici) o più semplicemente se usi delle lenti particolari, diventano immagini tridimensionali.
La loro musica è così... una volta che hai messo le lenti ed entri nella loro tridimensionalità è tutta un'altra cosa... e ne vale veramente la pena!