09 febbraio 2008

2007 in music

Oggi giochiamo a fare il critico musicale. Che brutta parola "critico"... diciamo che mi è venuta voglia di spendere due parole a proposito di un po' di musica venuta fuori in questo 2007 appena concluso. Musica sicuramente poco pubblicizzata da radio, giornali e media in generale, ma non per questo (o forse proprio per questo) meno interessante.
Nei limiti del possibile cercherò di aggiungere qualche link audio o video per ogni album... dovessi riuscire a solleticare la vostra curiosità, non avrete che da cliccarci su per soddisfarla... però poi tornate indietro e leggete fino alla fine! :-P


Arcade Fire - Neon Bible
Voto: 8,5

Cominciamo con quella che è stata probabilmente la rivelazione dell'anno. La dimostrazione vivente che si può ancora fare musica di buon livello compositivo e riuscire a conquistare il grande pubblico. Gli Arcade Fire sono una numerosa formazione canadese (7 membri ufficiali, che quasi raddoppiano durante le esibizioni dal vivo!) figlioccia del primo David Bowie, il cui sound è caratterizzato da un numero imprecisato di strumenti classici e non (violini, fisarmoniche, campane, arpe, synth di ogni tipo) uniti ad una sessione ritmica semplice e potente. Le parti vocali sono affidate ai due fondatori Win Butler e Régine Chassagne, marito e moglie tra l'altro.
Neon Bible è un album che si lascia apprezzare per intero fin dal primo ascolto, al punto che diventa difficile consigliare un brano piuttosto che un altro... un buon modo per cominciare potrebbe essere Intervention (qui in un bel video con immagini tratte da La Corazzata Potëmkin), oppure la più ritmata No Cars Go (qui un'esibizione dal vivo). Ma, ripeto, l'album davvero merita di essere ascoltato per intero. E se proprio dovesse piacervi tantissimo, procuratevi anche la prima uscita Funeral (2004), per i miei gusti un gradino inferiore ma comunque molto valido.


Blonde Redhead - 23
Voto: 8

Terzetto atipico, formato dai due gemelli italiani Amedeo e Simone Pace e dalla giapponese Kazu Makino, ma basato a New York, i Blonde Redhead li ho scoperti 3-4 anni fa grazie al bellissimo Misery Is A Butterfly, album la cui tournée promozionale toccò anche Ginevra, dove nonostante il pubblico esiguo (saremo stati si e no 200...) ci regalarono uno spettacolo intensissimo.
Questo 23 ci ha messo un po' a conquistarmi, probabilmente perché mi aspettavo una prosecuzione della strada intrapresa nell'album precedente. Ma una volta assorbito il cambiamento, si è manifestato in tutta la sua completa bellezza. Arrangiamenti moderni e molto ben riusciti, elettronica quanto basta, e due voci armonizzate alla perfezione.
Qualche assaggino: 23, The Dress, Silently.
E poi non resisto, vi metto pure qualcosa da Misery Is A Butterfly: un video (non ufficiale) di Elephant Woman, stupendo pezzo d'apertura dell'album... Enjoy it!


Centenaire - Centenaire
Voto: 7,5

I Centenaire sono una delle svariate migliaia di ragioni per cui adoro internet. Sconosciutissimi al grande pubblico, prodotti da una piccola label parigina, li ho scoperti per caso spulciando forum e newsgroup musicali. Vado sul loro myspace, ascolto, mi piacciono, vado sul sito ufficiale, ordino il cd, pago via Paypal (10 euro + spedizione), 3 giorni dopo il cd è a casa mia. Impensabile anche solo 5-10 anni fa :-)
La loro musica? Un misto di folk, jazz e progressive, dai toni molto delicati. Niente di stratosferico, per carità, ma intanto questo cd ce l'ho fisso nell'autoradio da una settimana e non riesco a toglierlo.
La loro scarsa fama rende difficile trovare video in giro, ergo vi consiglio un salto sul loro myspace, ce n'è abbastanza per farsene un'idea :-)


Marlene Kuntz - Uno
Voto: 8

Qualcuno mi spiegasse perché la musica italiana la devono rappresentare Ramazzotti e la Pausini invece di gente come i Marlene, porca miseria! Godano & co. continuano sulla scia del rock introspettivo e dalle tinte leggermente psichedeliche di Bianco Sporco (2005, discone!), abbandonando quasi completamente la componente aggressiva e corrosiva tipica dei loro primi lavori.
Purtroppo c'è poco materiale video in circolazione, quindi anche stavolta tocca ripiegare sul myspace, anche se a mio modesto parere la scelta dei brani in ascolto poteva essere migliore... troppo spazio ai brani "facili" (il singolo Uno in particolare) a scapito di brani decisamente superiori come Canto e 111. Una piccola resa al dio mercato, probabilmente...
In ogni caso, per chi fosse completamente all'oscuro della produzione dei Marlene, il modo migliore per iniziare è probabilmente l'album dal vivo S-low (2006), ottimo compendio della loro carriera. Un paio di perle qui e qui.


Oceansize - Frames
Voto: 7

La proposta musicale degli Oceansize è decisamente particolare. Atmosfere space rock ereditate dalla scena sperimentale tedesca (CAN, etc.), arpeggi ipnotici in stile Tool, e un'attrazione particolare per i ritmi irregolari e variati più volte all'interno delle lunghe composizioni, nessuna delle quali è inferiore ai 6 minuti. Frames è un disco non immediato, che ondeggia tra picchi di psichedelia (Savant, Only Twin e la stupenda An Old Friend Of The Christy's, che purtroppo non sono riuscito a trovare da nessuna parte) e pezzi più duri (Unfamiliar), con qualche caduta metal (Sleeping Dogs And Dead Lions) che personalmente trovo un po' indigesta. Il risultato globale è comunque interessante e merita un ascolto attento e ripetuto per essere apprezzato in pieno.


Radiohead - In Rainbows
Voto: 9,5

L'album più atteso dell'anno. Il più chiacchierato, anche se più per la sua particolare modalità di distribuzione che per il contenuto musicale vero e proprio. E sicuramente uno dei migliori.
Questo settimo album in studio dei Radiohead ha innanzitutto lanciato una vera e propria rivoluzione: per vari mesi infatti l'unico modo per acquistare l'album è stato di collegarsi al sito ufficiale e di scaricarne gli mp3, pagandoli A DISCREZIONE dell'acquirente. Certo, per i fanatici come il sottoscritto hanno preparato un boxone con l'album in cd e in doppio vinile, oltre a un secondo cd con varie b-sides; e a partire da gennaio il cd è stato regolarmente distribuito nei negozi. Resta il fatto che mai prima d'ora nessuno aveva osato sfidare così apertamente le case discografiche.
Ma torniamo alla musica. In Rainbows non è un album di innovazione, è un album di sintesi. Una sintesi perfetta tra le melodie lisergiche di Ok Computer (1997, pietra miliare assoluta!) e la sperimentazione elettronica di Kid A (2000) e Amnesiac (2001). Il risultato è semplicemente eccezionale. Dalle sognanti Nude, Faust Arp, Videotape, alle più ritmate 15 step, Bodysnatchers, Weird Fishes/Arpeggi, non c'è un pezzo debole in tutto l'album.
Se tutto ciò non bastasse a convincervi, i Radiohead hanno calato un altro asso dalla manica: un video della bellezza di 52 minuti, girato in sala prove, in cui suonano dal vivo TUTTI i pezzi dell'album. Lo trovate qui, e chiaramente la visione è straconsigliata.
Forse a questo punto vi starete chiedendo il perché del 9,5 come voto... il motivo è il seguente: la qualità degli mp3 messi in dowload, 160 kbps. Buona, ma comunque inferiore ad un cd. Non dico che avrebbero dovuto usare formati senza perdita di qualità come Flac, tra l'altro poco diffusi, ma scegliere un bitrate almeno di 192 kbps sarebbe stato più onesto. E avrebbe consegnato a chi, premiando la loro strategia, ha scaricato l'album direttamente dal loro sito, un prodotto della stessa qualità di un cd vero e proprio.


Rufus Wainwright - Release the stars
Voto: 9

Una piacevolissima sorpresa direttamente dal Canada. Rufus Wainwright tira fuori dal cilindro un vero capolavoro. Non è rock, non è prog, non è sperimentale, è solo un gradevolissimo disco pop con qualche accento retro', bellissime melodie e arrangiamenti magnifici. Il singolo Going To A Town mi ha letteralmente folgorato al primo ascolto. Mi sono fiondato in negozio per acquistare l'album, e me ne sono innamorato sempre più ad ogni ascolto. Qualche altro assaggino: Do I Disappoint You, Slideshow, Between My Legs, Tulsa... io le metterei tutte :-D
Insomma, se non si è capito, indubbiamente uno dei miei album preferiti dell'anno.


Robert Wyatt - Comicopera
Voto: 8

Chiudiamo questa piccola playlist del 2007 con Robert Wyatt, guru del prog/fusion anglosassone, batterista e fondatore prima dei Soft Machine, poi dei Matching Mole, costretto su una sedia a rotelle da una caduta dal terzo piano dal 1973, e autore in seguito di una prolifica carriera solista (Rock Bottom, 1974, su tutti: qui una versione dal vivo del brano di apertura Sea Song).
Comicopera è un disco strano, certamente non immediato. Un'opera divisa in 3 atti: il primo in puro stile Wyatt, con dolci melodie alternate a lunghi e ipnotici interludi strumentali, a base essenzialmente di fiati; il secondo invece mescola ballate ritmate voce e chitarra a improvvisazioni vocali e strumentali; il terzo infine rivisita varie cover, tra cui un pezzo cantato in italiano (Del Mondo dei C.S.I.) e la celeberrima Hasta Siempre Comandante di Carlos Puebla, dedicata a Che Guevara. L'amalgama tra i vari atti viene fuori solo dopo vari ascolti, e la triplice struttura non agevola certo l'assimilazione dell'opera.
Tra l'altro è praticamente impossibile trovare del materiale audio o video in rete, a meno di accontentarsi degli spezzoni di 30 secondi disponibili sui siti di vendita come Amazon.
Insomma, per poterlo apprezzare in pieno, meglio farsi un po' le ossa con la produzione precedente :-)