24 novembre 2006

24 novembre, 15 anni dopo...


Freddie Mercury, lover of life, singer of songs...

5/9/1946 - 24/11/1991

:-(((((

23 novembre 2006

Foto!

Finalmente ho trovato 5 minuti per metter su un album fotografico online...
Per ora ci ho messo le immagini più emblematiche di quest'estate... le trovate qui:
http://www.flickr.com/photos/37524330@N00/sets/72157594388653512/
Enjoy it!

16 novembre 2006

Yes Ai Nou... Mai Uei...

Oggi parliamo di Pino Daniele. Lo sto ascoltando molto in questo periodo, forse anche perché in un momento come questo in cui la mia città sta passando quotidianamente su TV e carta stampata per i motivi che tutti sappiamo, sento inconsapevolomente il bisogno di riscoprire quanto di buono è stata capace di produrre...
Pino Daniele, dicevamo. Cominciamo col tirare una bella linea rossa sopra sulla produzione dell'ultimo decennio, da "Non calpestare i fiori nel deserto" (1995) in poi. Canzonette da 3 soldi, testi quanto mai banali, e il successo presso il grande pubblico a testimoniarne lo scarso valore artistico.
Andando a ritroso, il decennio precedente, da "Ferryboat" (1985) a "Che Dio ti benedica" (1993) è caratterizzato da album non brutti, suonati e arrangiati bene, con grandi collaborazioni (Chick Corea e Ritchie Havens su tutti), ma, come dire, un po' "insipidi". Varie le perle, Anna Verrà, Femmena, Allora sì, quel gioiellino di Sicily, le straconosciute Quando e 'O scarrafone. Ma luccicano anche perché compaiono in album tutto sommato non eccezionali, un po' monotoni. Notevole il live acustico "E sona mo" (1993), testimonianza di un concerto in cui Daniele era sul palco accompagnato solo da una percussionista.
Altro salto temporale, ed eccoci al primissimo Pino Daniele, che corrisponde, come troppo spesso accade, al miglior Pino Daniele. 6 album in 7 anni, diversi tra loro ma uniti da un comune filo conduttore, da ascoltare e apprezzare nella loro interezza, culminati nel fantastico "Live Sciò" dell'84, periodo in cui Daniele e la sua band (con musicisti del calibro di Tullio de Piscopo, Tony Esposito, James Senese, solo per citarne alcuni) suonavano in giro per l'Europa (tra cui un'apparizione al Montreux Jazz Festival) e per il mondo, aprendo concerti di Bob Marley e Bob Dylan, giusto per fare qualche nome.
Questi 6 album meritano di essere citati uno per uno: "Terra mia" (1977, in cui spiccano la title track, 'Na tazzulella 'e café, e l'inarrivabile Napule è), "Pino Daniele" (1979, Je sto vicino a te, Je so' pazzo, Chillo è nu buono uaglione), "Nero a metà" (1980, Quanno chiove, A mmé me piace o bblues, Alleria), "Vai mo" (1981, Yes I know my way, Viento 'e terra), "Bella 'mbriana" (1982, Tutta n'ata storia, Tarumbò), e "Musicante" (1984, Keep on movin' e la commovente Lazzari felici).
6 album in cui Pino Daniele fonde con grande maestria le melodie tipiche della canzone classica napoletana con ritmi e sonorità che vanno dal blues al rock al funky-jazz (ed è stato probabilmente l'unico in Italia ad aver esplorato questi territori riscuotendo un certo successo), il tutto impreziosito da testi molto belli, poetici ma intrisi di rabbia e disillusione, e che restano attualissimi oltre 20 anni dopo.
Insomma, se siete a corto di ispirazioni musicali... ;-)

08 novembre 2006

No comment


(foto by Gianfranco)

Munasterio e Santa Chiara, tengo 'o core scuro scuro
Ma pecché, pecché ogni sera, penzo a Napule comm'era, penzo a Napule comm'è
Funtanella 'e Capemonte, chistu core me se schianta
Quanno sento dì d'a ggente, ca s'è fatto malamente stu paese, ma pecché...
No, nun è over, no, nun ce credo,
E moro pe sta smania e turnà a Napule,
Ma c'aggia fa... me fa paura e ce turnà...

:-(